Cigni selvatici: Tre figlie della Cina (Italian Edition) by Jung Chang

Cigni selvatici: Tre figlie della Cina (Italian Edition) by Jung Chang

autore:Jung Chang [Chang, Jung]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2014-06-18T22:00:00+00:00


15.

»Comincia a distruggere: la ricostruzione verrà da sé«

Ha inizio la Rivoluzione Culturale

(1965-1966)

AL principio degli anni ’60, nonostante tutti i disastri di cui si era reso responsabile, Mao era ancora il capo supremo della Cina, idolatrato dalla popolazione; ma poiché erano i pragmatisti a governare di fatto il Paese, esisteva ancora una relativa libertà letteraria e artistica: dopo una lunga ibernazione, venne alla luce un esercito di commedie, opere, film e romanzi. Nessuna di quelle opere attaccava apertamente il Partito, ed era raro che affrontassero argomenti contemporanei. In quel periodo Mao era sulla difensiva e si appoggiava sempre più alla moglie, Jiang Qing, che negli anni ’30 era stata attrice: insieme decisero che i temi storici non erano altro che pretesti per fare insinuazioni contro il regime e contro lo stesso Mao.’

In Cina esisteva una tradizione consolidata nell’uso di allusioni storiche per dar voce all’opposizione, e anche quelle in apparenza esoteriche erano intese da tutti come riferimenti in codice all’attualità. Nell’aprile 1963 Mao mise al bando tutte le «storie di fantasmi», un genere ricco di antiche vicende di vendette da parte dei fantasmi delle vittime su coloro che le avevano perseguitate in vita: ai suoi occhi, tali fantasmi vendicatori erano sgradevolmente simili ai nemici di classe morti sotto il suo governo.

Mao e sua moglie rivolsero la loro attenzione anche a un altro genere, la «tragedia del mandarino Ming», protagonista del quale era Hai Rui, un mandarino della dinastia Ming (1368-1644). Celebre personificazione della giustizia e del coraggio, il mandarino Ming faceva le sue rimostranze all’imperatore a nome della popolazione oppressa, rischiando la sua stessa vita, e veniva destituito ed esiliato. Mao e sua moglie sospettavano che il mandarino Ming venisse usato per rappresentare il maresciallo Peng Dehuai, l’ex ministro della Difesa che nel 1959 si era dichiarato contrario alla politica disastrosa di Mao, la quale aveva poi portato alla carestia; in effetti subito dopo la destituzione di Peng vi era stato un notevole rifiorire del genere «mandarino Ming». La moglie di Mao tentò di far denunciare quelle opere, ma ogni volta che contattava scrittori e ministri responsabili delle arti, quelli facevano orecchie da mercante.

Nel 1964, Mao compilò una lista di trentanove nomi di artisti, scrittori e studiosi, marchiandoli come «autorità borghesi reazionarie», una nuova categoria di nemici di classe. Nella lista erano inclusi nomi famosi come Wu Han, il più celebre drammaturgo del genere «mandarino Ming», e il professor Ma Yin-chu, che era stato il primo economista di prestigio a caldeggiare il controllo delle nascite: per quell’iniziativa era già stato denunciato come elemento di destra nel 1957. In seguito Mao si era convinto che il controllo delle nascite era necessario, ma ce l’aveva con il professor Ma per averlo svergognato, dimostrando che si sbagliava.

La lista non venne resa pubblica, e i trentanove non furono perciò epurati dalle organizzazioni di Partito; tuttavia Mao la fece circolare tra i funzionari sino al livello di mia madre, dando istruzioni affinché scovassero altre «autorità borghesi reazionarie». Nell’inverno 1964-65, mia madre fu inviata in qualità di responsabile di una squadra di lavoro nella scuola denominata «Mercato dei buoi».



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